"Single per sempre"...
Con un titolo del genere, il libro di Maria Rita Parsi non poteva non incuriosirci.
Psicopedagogista, psicoterapeuta e scrittrice, la Dott.ssa Parsi è docente presso l'Università degli studi di Roma "La Sapienza" e collabora con molti quotidiani e periodici. Protagoniste di questo suo libro le donne, che hanno rinunciato alla presenza fissa nella loro vita di una figura maschile. Una rinuncia fatta però con serenità, nata dalla consapevolezza che un uomo può dare molto, ma non tutto.
Maria Rita Parsi: in questo specifico momento storico il modello socio-culturale del single è di grande rilievo nel mondo occidentale.
Fa riferimento ad una persona che in una stagione della propria vicenda umana o per tutta la vita affronta una condizione esistenziale in cui è sola pur non sentendosi sola.
La singletudine , infatti, non è sinonimo di solitudine ma può essere vissuta come una situazione interiore di grande autonomia; in fondo, per stare bene con gli altri bisogna innanzitutto stare bene con se stessi.
Per stare bene in coppia occorre poi essere single dentro, cioè essere in grado di affrontare le prove della vita in prima persona, con autonomia di giudizio, capacità decisionale, di scelta.
Ritengo, infatti, che una coppia abbia la possibilità di esistere e di funzionare soltanto se le caratteristiche e gli spazi di ciascuno vengono rispettati, così come è necessario che ognuno si realizzi secondo le proprie potenzialità, nel rispetto dei propri tempi ed anche, naturalmente, attraverso piccoli adattamenti.
Ma bisogna che si tratti di piccoli adattamenti all'altro, non di accettazione di prevaricazioni o annullamento della propria personalità per mantenere e/o assicurarsi il rapporto con il partner.
Vivere da soli senza sentirsi soli , partire dall' esser single come momento di personale valorizzazione potrebbe essere, pertanto, una risorsa di straordinaria importanza: un valore che può riverberarsi, poi, sull'intera vita di una persona.
E se si tratta di una condizione alla quale si è approdati per scelta, questo consente, io credo, di comprendere nella loro effettiva consistenza tutte quelle responsabilità, decisioni, scelte, doveri che, comunque, la vita propone e proporrà e a volte perfino impone ed imporrà a ciascun individuo solo o in coppia.
Maria Rita Parsi: forse mi è sfuggita la messe di libri sui single scritti da donne. Mi sembra comunque naturale che le donne parlino di una condizione che ben conoscono, in quanto propendono per la vita a due ed hanno poi vissuto sulla loro pelle, assai spesso, la situazione di criptosingle, determinata dall'avere per compagni uomini da sempre assenti o per lavoro o perché soldati o perchè emigranti o perché presenti col corpo ma non con la mente.
Così molte donne si sono, nel tempo, costruite l'autoconvinzione di essere comunque parte di una coppia, quando nella realtà spesso hanno vissuto in solitudine a causa di compagni virtuali o evanescenti che si sono vanificati di fronte ad una pur minima chiamata in causa.
E' comprensibile, poi, che gli uomini non si cimentino in molti a scrivere libri sui single.
Forse perché raramente si sentono tali.
C' è sempre una donna a tutelarli: una madre, una delle 7 donne che toccano a ciascuno di loro come dicono le statistiche.
O ancora, una badante e/o perfino qualche donna drammaticamente costretta a risolvere le loro tempeste ormonali.
Insomma, sono talmente programmati ad essere accuditi che se una donna prende coscienza di star male con loro o delle troppe sofferenze patite e li lascia, considerano questo affronto talmente una lesa maestà da arrivare alla persecuzione, alle minacce, alle percosse, alle violenze nei confronti delle donne. E, perfino, ad ucciderle.
Se le donne dovessero applicare la legge del taglione per ogni abbandono maschile, sarebbe un bagno di sangue! Quello che prevale nella cronaca nera, invece, è il paradigma del genocidio: per vendetta, per punizione dell' abbandono che viene perpetrata dagli uomini allorquando lo subiscono. E per chi proprio non sa maneggiare le armi, c' è sempre la soluzione dello stalking , della caccia che sfiora l' accanimento persecutorio e che, spesso, si trasforma in tragedia.
Maria Rita Parsi: soprattutto l' essere in grado di fare scelte sentimentali autonome, senza trasformarsi in schiave d' amore , dipendenti e/o subalterne.
Le donne devono prendere consapevolezza di sé, uscendo dall'equazione single = triste e sola.
E, invece, affermarne un' altra: single per scelta= libera e forte, fuori da quei circuiti viziosi in cui, per motivi sentimentali, economici e persino culturali, si è sottoposte al ricatto che la compagnia di un uomo o la sua presenza diano un senso pieno e riuscito alla vita e/o invece l' assenza di un compagno o il non avere come obiettivo la coppia, costituisca un fallimento.
Realizzandosi, le donne sono in grado di dedicarsi a servire gli altri con allegria, non per obbligo ma per consapevole decisione d' amore così com' è nella loro natura che è predisposta al prendersi cura, all'accudimento, al favorire la nascita, la crescita, lo sviluppo delle persone e di ciò che è intorno a loro.
Maria Rita Parsi: ribadisco che la vita di coppia va affrontata rimanendo single dentro. Solo così si è in grado di reggere la comune responsabilità di gestire paritariamente e scambievolmente la vita in coppia.
Mantenersi coerenti alla propria individualità è fondamentale: a quante, dopo anni di subalternità e di autocastrazione, è capitato di chiedersi: Ma io chi sono? Diciamolo francamente: questa è l' anticamera della depressione.
Maria Rita Parsi: la donna single gode la libertà di essere autonoma persino nei manicaretti. Meglio sicuramente quelli che rendere la propria vita un pasticcio.
Maria Rita Parsi: gli stessi di sempre: immaturità, insicurezza, pervicace e narcisistico inseguimento del mito dell' eterna giovinezza e della molteplicità delle relazioni, indecisione, paura delle responsabilità, persino quella di mettere al mondo un figlio.
E poi, non si riesce proprio a sradicare quella pretesa superiorità maschile, frutto di un coacervo di complessi d' inferiorità e di aggressività, che immiserisce molti di loro in un usurato copione di atteggiamenti volgari ed infantili.
Le donne, che si sono conquistate sulla propria pelle e con immensa fatica intellettuale il proprio alto grado di acculturamento, percepiscono questa debacle a tutto tondo e proprio non accettano di fare da punching ball a questi patetici replicanti.
Maria Rita Parsi: probabilmente nella terza fase della vita, ossia quando si è attraversato l' intero periodo una sorta di dolorosa iniziazione, che ha l'unico pregio di farti aprire gli occhi in cui si sperimenta il dolore, l'incomprensione, la solitudine vera che è quella che provi quando ti illudi di avere un compagno e scopri, amaramente, che è solo un feticcio che ti sei costruita con la proiezione dei tuoi desideri.
Nell' età in cui l'organismo non è più soggetto ai ritmi della fecondità, si approda alla ricerca di un compagno rispettoso e gradevole, capace di condividere senza prevaricare né considerare chi gli sta vicino una sorta di soprammobile che sta lì, mentre il grande cacciatore segue l'usta della femmina giovane.
Alcune donne che non hanno ancora valorizzato in sé la singletudine arrivano persino a dar vita ad un gioco perverso col partner di una vita, il fedifrago militante che ha tirato i remi in barca per limiti di età.
Per testardaggine, a volte queste donne capovolgono i rapporti di forza nella coppia e si trasformano in badanti dominanti, godendo in una dinamica sado-masochista, l' ex brillante tombeur de femmes trasformato in un cagnolino ammaestrato.
Fortunatamente, ci sono altre donne, consapevoli e libere dentro, che gettano il bozzolo della crisalide e si trasformano in bellissime farfalle dai colori della libertà e della consapevolezza di sé.
Sono sempre di più le donne che incontro nella mia professione che scelgono di separarsi in età molto matura, perché nel loro lavoro di maieutica interiore hanno riconosciuto di essere single for ever, ovvero interiormente libere. Oppure, che vivono un rapporto di coppia che non richiede la convivenza, nel pieno rispetto reciproco di spazi e personalità.
Maria Rita Parsi: questi due aspetti è necessario, irrinunciabile che coesistano.
Altrimenti, la mitica Dea della fertilità non è altro che un cumulo di sofferenze, insoddisfazioni, frustrazioni, sfiducia in se stessa, ovvero un essere umano irrealizzato e sofferente.
Maria Rita Parsi: il mio non è certo un libello antimatrimonialista o contro la coppia.
Anzi!
E' semplicemente la richiesta a donne consapevoli e libere dentro di coltivare questo dono meraviglioso che è l' autonomia e la capacità di giudizio e decisione.
E poi, più che altro, certi uomini, molti in verità, sono dannosi soprattutto a se stessi: la maggioranza dei governanti della Terra sono uomini e il pianeta ne porta le stigmate.
Basta guardare quel che hanno saputo fare della terra: inquinamento, guerre, persecuzioni, violenze, massacri, diritti violati, genocidi e ginocidi.
Sono le donne e i bambini il popolo più perseguitato tra i popoli perseguitati della Terra.
A questi limiti del potere negativo gestito al maschile ho dedicato un libro, Fragile come un maschio, del quale Single per sempre è la prosecuzione, perché analizza l' altra faccia della medaglia.
Ho infatti evidenziato questo collegamento fra i due saggi, pubblicando come ultimo capitolo proprio la prefazione di Fragile come un maschio , che contiene l' ipotesi dell' invidia del grembo quale molla di tante distorsioni del comune agire maschile.
Ritengo che tutto inizia dalle madri così come sostiene la collega tedesca Heide Goettner-Abendroth.
E non a caso, il mio ragionamento prende proprio le mosse dal matriarcato, mitica età dell' oro allorquando le donne intervenivano nei destini della comunità col peso del proprio approccio orientato alla vita e alla pace.
La riconquista di spazi e di ambiti decisionali al femminile passa attraverso il sapersi emancipare e far fiorire la single forever che è in ciascuna di noi.
Questa è poi la formula per l'armonia interiore delle donne che riesce a tutelare, anche e soprattutto, i figli delle donne: gli uomini. E il mondo tutto.
È una psicologa e psicoterapeuta italiana, ma molti ci chiedono chi sia il marito di Maria Rita Parsi e se abbia figli.
Maria Rita Parsi ha mantenuto la sua vita privata riservata e non ha mai rilasciato informazioni riguardo al suo coniuge o ai suoi eventuali figli.
La sua vita privata è stata sempre riservata, ma è il suo talento letterario, le sue opere e la sua passione per l'insegnamento che la rendono una figura di spicco nel mondo culturale italiano.
Conosciuta anche con il nome di Parsi Dottoressa, è amata da molti per il suo approccio diretto e centrato sull'umanità nella psicoterapia.
La sua attenzione per le dinamiche in ambito psicologico, socio-pedagogico e psicoterapeutico l'hanno portata a una profonda comprensione della natura umana.
Maria Rita Parsi ha pubblicato oltre 100 libri di tipo scientifico, letterario e divulgativo. Alcune delle sue opere includono:
Oltre ad essere una scrittrice di successo, è anche una dottoressa con una vasta esperienza nel campo dell'educazione.
Se desideri contattarla per ulteriori informazioni o per richieste editoriali, puoi trovare i suoi contatti sul suo sito web ufficiale.
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